Trattativa sul FMOF: gravemente scorretta la diffusione sui social di notizie false e strumentali da parte di una sigla sindacale

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Spiace dover constatare che un sindacato, pur partecipando ormai da più di un anno ai tavoli di trattativa, non ha ancora imparato la correttezza dei comportamenti cui sarebbe opportuno che tutti si attenessero, favorendo la qualità e la proficuità delle relazioni sindacali. Ciò non avviene se, come accaduto a margine del primo incontro del negoziato sul MOF 2024/25, si mettono in circolazione resoconti in cui una sigla (nel caso in questione l’ANIEF) parla o, meglio, sparla degli altri sindacati, con l’intento di screditarli esaltando se stessa, non esitando persino ad appropriarsi delle argomentazioni altrui e presentandole come proprie. Il tentativo dell’anonimo estensore del resoconto messo in circolazione in una chat rivolta in particolare al personale ATA è di intestarne esclusivamente all’ANIEF il sostegno, con particolare riguardo ai DSGA, accusando falsamente le altre organizzazioni di non volersene prendere cura e riportando per questo, in modo del tutto distorto, quanto avrebbero detto al tavolo negoziale. Se lo svolgimento della seduta fosse stato pubblico, sarebbe facilissimo dimostrare la totale falsità di quanto riferito nel messaggio diffuso sui social.

Ben diversa è la modalità con cui siamo soliti dare conto degli incontri ai quali, insieme ad altri, partecipiamo: attenti e puntuali nel riferire le nostre proposte e le nostre prese di posizione, riconoscendoci reciprocamente il diritto di farlo senza alcuna pretesa di illustrare quelle altrui. Una regola non scritta alla quale cerchiamo sempre di attenerci: lo facciamo per favorire comunque la proficuità delle relazioni sindacali, oltre che per buona educazione, cui chi ha intelligenza si attiene sempre, anche nelle polemiche più aspre.

Purtroppo, non è la prima volta che si registrano simili comportamenti da parte di una sigla di cui già in altre occasioni ci è toccato sottolineare la scorrettezza. Lo facciamo ancora una volta, augurandoci che sia l’ultima, per non essere costretti a ricorrere alle vie giurisdizionali.

Roma, 24 luglio 2024


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